I virus della mente nascono da convinzioni irrazionali e da doverizzazioni..
Ed ecco la 3° parte delle trappole del pensiero, che è stata preceduta dalla parte dedicata alle convinzioni e quella dedicata alle doverizzazioni.
Convinzioni irrazionali e doverizzazioni generano virus della mente.
La vita non è quella che dovrebbe essere. E’ quella che è. E’ il modo in cui l’affronti che fa la differenza (Virginia Satir)
I pensieri che Albert Ellis definisce “irrazionali” (come le convinzioni e le doverizzazioni esaminate nei post precedenti) generano una sorta di germi o virus che attaccano la nostra mente, facendo scatenare emozioni e comportamenti inadeguati. Se li riconosciamo e li trasformiamo saremmo in grado di far durare meno le emozioni spiacevoli e intense come la rabbia, l’ansia, la tristezza. Un elenco di questi virus del pensiero potrebbe essere:
Pretendere, esigere è il più pericoloso dei virus, può portare a forti reazioni di rabbia, tristezza, ansia e senso di colpa. Esso è contenuto in pensieri che hanno il DEVO, quali:
Dare interpretazioni sbagliate: si verifica quando ci diamo delle spiegazioni scorrette su qualcosa che è successo, quando abbiamo fretta di arrivare a delle conclusioni. Ad esempio:
Pretendere, esigere è il più pericoloso dei virus, può portare a forti reazioni di rabbia, tristezza, ansia e senso di colpa. Esso è contenuto in pensieri che hanno il DEVO, quali:
- Io devo avere quello che voglio!
- le cose devono andare come voglio io!
- gli altri devono trattarmi sempre bene!
Dare interpretazioni sbagliate: si verifica quando ci diamo delle spiegazioni scorrette su qualcosa che è successo, quando abbiamo fretta di arrivare a delle conclusioni. Ad esempio:
- lo ha fatto apposta
- è successo per colpa mia
- ce l’ha con me
Ingigantire: si fa ogni volta che tendiamo ad ingrandire gli aspetti negativi di quello che ci succede. In questi casi ci esprimiamo con frasi tipo “è terribile!” “è insopportabile!”, “non c’è nulla da fare!”, “è inevitabile!”… Questi nostri pensieri ci portano dritti a provare emozioni sgradevoli come paura, rabbia, tristezza, impotenza, disperazione… E’ vero che alcuni eventi sono importanti e vanno affrontati seriamente; ma gonfiare eccessivamente la portata ci mette in una tensione emotiva che non ci aiuta ad affrontare la situazione con le risorse giuste.
Generalizzare: si manifesta tutte le volte che nei nostri pensieri ci sono parole come: sempre, mai, nessuno, tutti… che sono modi esagerati ed assoluti di descrivere quello che ci accade. Magari è successo una sola volta! Esempi di ciò:
- non riuscirò mai ad imparare!
- non mi telefona mai!
- mi va sempre tutto storto!
- se la prendono tutti con me o sempre con me
- Non sopporto proprio dover fare…
- E’ troppo difficile…
- E’ troppo faticoso…
- E’ troppo noioso…
- Ci sono due cose che puoi fare:
- ogni tanto abituati a sopportare un po’ di disagio aspettando 2 o 3 minuti prima di concederti qualcosa di piacevole o prima di interrompere un’attività sgradevole;
- agisci sul tuo dialogo interno, trovando pensieri che ti aiutano del tipo: “è fastidioso, ma posso sopportarlo”; “mi piacerebbe, ma si può farne a meno”, “Mi disturba, ma non durerà per molto”…
Quando diamo la colpa ad altri, stiamo gettando via il nostro potere (Greg Anderson)
Avere difficoltà a perdonare se stessi: tutti noi commettiamo errori nella vita. Quando guardiamo indietro a ciò che abbiamo fatto in passato, ci sono decisioni e gesti che rimpiangiamo di aver fatto? Ci sono stati errori di giudizio che hanno causato dolore a voi stessi e agli altri? Credo proprio che tutti risponderemmo di sì. La domanda più importante, dunque, è un’altra: come rievochiamo questi eventi passati? Pensiamo a noi come delle cattive persone e ci sentiamo in colpa per avere fatto male qualcosa o aver perso delle opportunità? Come visto precedentemente, molto dipende da come leggiamo e rileggiamo gli eventi! Durante questi momenti difficili, è estremamente importante essere compassionevoli con se stessi. “Perdona te stesso. Tutti facciamo errori. Gli errori non sono permanenti, ma sono momenti isolati. Impara a dire a te stesso: ho fatto un errore, ma questo non fa di me una persona cattiva”
Avere timore eccessivo di fallire e di fare errori: Le paure di fallire e di fare errori sono spesso associate con il desiderio di essere stimati ed apprezzati dagli altri e con esigenze perfezionistiche. Abbiamo mai pensato di non essere stati bravi come desideravamo in certe occasioni? Probabilmente ciò non potrebbe essere dovuto all’asticella che avete posizionato troppo in alto? Benché avere standard elevati possa servire come un ottimo strumento motivazionale, aspettarsi di essere sempre perfetti in tutte le situazioni ha effetti negativi sul nostro benessere, in quanto va ad aumentare i livelli di stress e a diminuire le probabilità di ottenere successo, riducendo così la propria felicità. A conferma di ciò, numerosi studi hanno sottolineato la correlazione inversa tra perfezionismo e felicità: all'aumentare del primo, la seconda tende a diminuire. Un fatto è evidente nella storia: non è umano essere perfetti. “Si può anche cercare di essere perfetti, ma il costo di questa decisione è molto alto… Come vi sentirete quando non riuscirete a raggiungere i canoni elevati che vi siete imposti?”
Cosa e come fare nei confronti di questi virus della mente?
Un modo efficace per ridurre la sofferenza emotiva consiste:
- nell'identificare e riconoscere tali pensieri disfunzionali e le convinzioni irrazionali,
- nel comprenderne la loro funzione positiva cambiando, ove possibile, la prospettiva di osservazione,
- nel definire obiettivi realistici coerenti con la funzione positiva,
- nel perseguire e realizzare, concretamente e attivamente, tali obiettivi attraverso l’adozione di comportamenti alternativi a quelli abituali.
E’ importante riconoscere questo genere di convinzioni irrealistiche e irrazionali e diminuire l’impatto del nostro dialogo interno negativo.