Falsi problemi e pseudo problemi: quando le nostre aspettative sono irrealistiche
Possiamo essere insoddisfatti del nostro lavoro, della nostra situazione sentimentale, di come è andato il campionato della nostra squadra del cuore.
A questo livello il problema si presenta come un disagio indefinito, che non porta a compiere nessuna azione. Questa è una situazione molto frequente e comune. In questo caso il problema deriva dal fatto che manca o non è chiaro lo stato desiderato, verso il quale mobilitare le proprie risorse ed attivare le proprie capacità. L'insoddisfazione in questi casi ha la forma della frustrazione, dell'impotenza.
Per fare un passo avanti dobbiamo diventare consapevoli su qual è la situazione che desideriamo raggiungere al posto di quella presente. In questo modo trasformeremo il problema in obiettivo e saremo orientati ad entrare in azione e a modificare la realtà.
Nel post Modelli di Problem Solving avevamo definito il temine problema in questo modo. Per arrivare ad una definizione che potesse essere applicata a molti problemi in modo flessibile, avevamo preso in esame tre problemi molto diversi tra loro:
- La mia auto non parte
- Non riesco a perdere peso
- Non riesco a dare un senso alla mia vita
Questi tre problemi, pur profondamente diversi, hanno in comune il fatto di paragonare un dato di realtà (stato presente) con un dato di riferimento (stato desiderato).
Da questa differenza e da questo paragone deriva un senso di insoddisfazione, una sensazione spiacevole.
La sensazione spiacevole è funzione dello scarto tra i due stati e dalla personale capacità di colmare il gap. Maggiore è l'incapacità, maggiori sono le emozioni di sofferenza con cui lo viviamo: invidia, gelosia, paura, depressione, paura, delusione, rabbia, ansia, offesa, colpa… Quando è possibile agiamo per modificare la realtà, per renderla conforme ai nostri desideri, mettendo in atto un piano d’azione. E, se ci riusciamo, il divario si chiude e noi ci sentiamo bene, altrimenti il problema permane.

A volte però ci troviamo di fronte a falsi problemi o pseudo problemi e questo succede quando lo stato desiderato:
- è impossibile da raggiungere
- non è sotto la responsabilità di chi si pone il problema (in questo caso è però possibile riformulare il problema).
Qualche esempio in cui è impossibile raggiungere lo stato desiderato:
- E' morto x (un mio congiunto) e io sono triste e non ho voglia di far niente
- Non voglio avere conflitti, mai!
- Vorrei che tutto questo non fosse mai successo
Le nostre aspettative e le nostre convinzioni influenzano, quindi, il nostro modo di percepire i problemi: più i nostri standard sono elevati, più problemi creiamo.
Un aspetto poco curato di un cameriere non costituisce un problema in un’osteria di campagna, ma lo diventa in un ristorante di alto livello. Una stanza può essere pulitissima secondo gli standard più abituali, ma il livello di pulizia può essere insufficiente se si tratta di una sala operatoria.
Competitività = Capacità di inventare / trovare continuamente nuovi problemi (A. Galgano)
Le aspettative molto elevate ci spingono quindi a raggiungere obiettivi più elevati, ad aumentare le competenze e, in campo professionale, sono l'essenza della competitività.
Approfondimento: Più di prima: quando la soluzione è il problema
Approfondimento: Più di prima: quando la soluzione è il problema
A volte, però, le aspettative sono irraggiungibili perché irrealistiche. Nel post La ricerca della soluzione "magica" avevamo riportato un brano di Paul Watzlawich che citava questi esempi:
- «La condizione naturale dell'uomo è la meraviglia e l'estasi; non dovremmo accontentarci di niente di meno" è scritto nel preambolo della costituzione di una cosiddetta Università Libera
- Un programma offre «un sistema di sviluppo umano strutturato per donare lucidità di pensiero, equilibrio emotivo, serenità e gioia fisica. Il risultato finale sarà la completa integrazione di mente, emozioni e corpo - vera condizione naturale dell'uomo "
- Le parole introduttive di un corso organizzato per coppie sposate sono queste: “Un matrimonio che comporti compromessi in amore è un gioco che non vale la candela”
Non ci sarebbe nessuna difficoltà a trovare affermazioni del genere su Internet, in questo momento.
Ma è vero che la condizione naturale dell'uomo è la meraviglia e l'estasi?
Oppure, che sia la completa integrazione di mente, emozioni e corpo?
O che i compromessi in un matrimonio lo rendano qualcosa di negativo?
Su cosa si basano queste affermazioni? E se questi obiettivi non si raggiungono?
Change: la formazione e la soluzione dei problemiWatzlawich continua:
Se tale meta è utopistica, allora l'atto stesso di porsela crea una situazione dove è assai più probabile che il soggetto imputi alla propria insufficienza l'irraggiungibilità della meta invece di addebitarla alla natura utopistica della meta stessa: dovrei avere una vita ricca e piena di soddisfazioni, invece è banale e noiosa: dovrei provare sensazioni intense, ma non riesco a suscitarle dentro di me. Il dropping out, la depressione, il chiudersi in se stessi, magari il suicidio probabilmente non sono che conseguenze di questo pericoloso stato d’animo.
Quindi, attenzione alle aspettative irrealistiche! Nel dire questo, non vogliamo spingere nessuno ad accontentarsi e a non porsi obiettivi sfidanti.
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