La fiducia è un atto volontario che implica il rischio.
Per alcune persone ''affidarsi'' rappresenta una grande difficoltà, che si tratti di essere in macchina nel posto del passeggero, oppure che si tratti del rapporto con dottori, commercialisti, avvocati, psicologi... ciascuna di queste situazioni viene affrontata con diffidenza.
Insomma come diceva una vecchia pubblicità: la fiducia è una cosa seria.
Fidarsi di qualcuno è come tenere dell’acqua nelle mani chiuse a coppa: è facile perderla irrimediabilmente. (Ken Follett)
Se avete fiducia in voi stessi, ispirate fiducia agli altri. (Wolfgang Goethe)
Decidere se fidarsi o no di una persona è come decidere se arrampicarsi o no su un albero, poiché si potrebbe godere di una vista straordinaria dal ramo più alto, oppure ci si potrebbe semplicemente riempire di resina, e questo è il motivo per cui molta gente decide di passare il suo tempo sola e in casa, dove è più difficile pungersi con una scheggia. (Lemony Snicket)
Di recente ci è capitato, per motivi di lavoro, di riflettere su questo tema, e abbiamo deciso di condividere le nostre riflessioni con voi in questo post.
Approfondimento:
- Il coraggio nella vita e nel mondo del lavoro
- Costruire fiducia (e i rischi che comporta)
- Come ispirare fiducia nei clienti
Per riflettere sulla fiducia, abbiamo proposto due giochi:
- con gli occhi bendati, camminare senza vedere e lasciare che un’altra persona guidi e faccia in modo che si evitino gli ostacoli
- lasciarsi cadere all'indietro fidandosi che l’altra/e persona/e la sosterrà e le impedirà di cadere e farsi male
Fiducia e rischio
Questo non significa che la decisione sia incondizionata, tutt'altro: perché per affidarci dobbiamo fare una valutazione (non importa se giusta o sbagliata) riguardo il fatto che l’altro sarà o non sarà in grado di guidarci e/o di sostenerci se ci lasciamo cadere.
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Ma anche in questo caso ci possiamo rendere conto che la decisione viene presa senza sapere con certezza cosa l'altro farà, senza avere evidenze per sostenere che, senz'altro o molto probabilmente, l’altro ci sosterrà o ci guiderà senza incidenti. Decidiamo sulla base di ipotesi: l'altro può sostenerci/guidarci con cura oppure no!
Anzi, la decisione di affidarsi viene presa sulla base di una scommessa, di un rischio che poggia su un non sapere e di puntare sul fatto di escludere che l'altro non farà la cosa che ci mette in pericolo.
Così facendo la decisione di affidarsi è un atto di responsabilizzazione, di delega, di speranza verso l’altro, che non esclude il comportamento negativo, ma scommette su quello positivo.
E questa scommessa investe l’altro, che difficilmente si sottrae e che ripaga l’investimento.
La fiducia è un investimento relazionale che genera valore: una sorta di profezia che si auto avvera.

Quindi fidarsi vuol dire rischiare, ma induce gli altri ad essere più affidabili. Qui sta il paradosso: fidarsi significa ridurre il rischio del tradimento.
La fiducia in qualcuno comporta una serie di credenze, impegni, convinzioni riguardanti in particolare colui cui ci si affida (ad esempio, il credere nel proprio medico comporta che si creda che sia capace di curare, che lo faccia con impegno, ecc.).
Affidarsi è un atto sotto il controllo diretto della volontà, e il giudizio sull'affidabilità di una persona si fonda su fatti riguardanti il passato e per questo non è predittivo di un atto che riguarda il futuro.
La struttura del fidarsi
Io mi fido di TE a proposito del tuo fare una certa cosa X, e che la farai al meglio delle tue capacitàOsservazioni sul processo:
- conto sul fatto che TU farai X, credo che per farlo TU abbia l’appropriata motivazione
- perciò assumo nei TUOI confronti un atteggiamento di disponibilità relazionale, di scambio, mi creo una aspettativa
- tale aspettativa verso di TE mi porterà ad avere un senso di gratitudine se tu farai X oppure a sentirmi tradito dal tuo non fare X
- quindi mi comporterò in conseguenza al comportamento che tu metterai in atto, da persona tradita o riconoscente, conseguente al mio fidarmi di te.
- Perché vi sia un rapporto di fiducia è necessario considerare possibile due comportamenti alternativi: che l’altro risponda appropriatamente alla mia fiducia, oppure che non lo faccia, ma accordare fiducia significa aspettarsi che si realizzi solo la prima
- fidarsi di qualcuno comporta attribuirgli una responsabilità verso la fiducia che gli è stata data
- il semplice fatto che qualcuno abbia riposto in noi la sua fiducia genera spesso in noi un obbligo e rende più difficile tradire quella fiducia
- chi si fida, si espone ad entrambe le reazioni da parte dell’altro (positiva e negativa) ma non teme quella negativa
- questo è il legame tra la fiducia e il rischio: la fiducia porta in sé il coraggio di fidarsi nonostante il rischio di vedere rifiutata e tradita la propria fiducia
- la fiducia non elimina la possibilità di una risposta negativa, ma solo la paura di essa; il coraggio della fiducia aiuta a vincere la paura,
- non temere la possibilità negativa è fidarsi dell’altro.
- in sostanza: quella possibilità esiste, si potrebbe temerla, ma chi si fida è appunto chi non la teme
- fidarsi dell’altro vuol dire essere vulnerabili al suo rifiuto, metterlo in conto senza temerlo, accettarlo come possibilità, eventualità
- fidarsi non significa pretendere la risposta positiva, o imporla o estorcerla ma neanche essere neutrali rispetto alle due alternative (positiva e negativa).
- fidarsi dell’altro significa attribuirgli la responsabilità delle conseguenze dei suoi comportamenti rispetto alla fiducia data. Se mi fido di te, sono portato ad immaginare che tu mi sarai riconoscente per essermi fidato di te, e che sarai motivato a corrispondere alla mia fiducia.
- se mi fido di te, conto sul fatto che la mia fiducia è ben riposta, perchè tu risponderai positivamente con una motivazione appropriata, disinteressata, non strumentale, senza pensare al tuo tornaconto
- In sintesi, se ti do la mia fiducia rispetto al tuo fare X, significa che non solo conto sul fatto che tu farai X, ma conto anche sul fatto che tu non sarai indifferente al mio atto di fiducia e che dunque il tuo atto sarà un corrispondere ad esso con motivazioni appropriate
- se l’altro corrisponderà positivamente alla mia fiducia con motivazioni appropriate (non, ad esempio, per un suo calcolo), allora il mio affidarmi sarà stato felice
- Il mio atto di affidarmi non dipende dalla risposta che otterrà (tradimento o riconoscenza), ma da questa risposta dipende la felicità dell'affidarsi.
- Quindi un affidamento felice è innanzitutto un affidamento non tradito.
Quindi le due possibili risposte dell’altro, assumono il seguente significato:
- L’atto che non tradisce la fiducia rende felice l’affidamento
- L’atto che la tradisce rende infelice quell'affidamento.
Inoltre, se è vero che chi si affida si espone, è vero che anche chi corrisponde positivamente ad un affidamento fa lo stesso.
Quando l’altro corrisponde positivamente al mio essermi fidato di lui/lei a proposito del suo fare una certa cosa X, allora non fa semplicemente quella certa cosa X, ma fa risponde con una fiducia che oltrepassa il fare X.
Ecco dunque che la risposta positiva ad un atto di fiducia è a sua volta un atto di fiducia.

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